MPAA, inchiesta sulle perdite dell'industria cinematografica
La MPAA (Motion Picture Association of America) ha condotto uno studio dettagliato sulla pirateria relativa all’industria cinematografica.
In particolar modo lo scopo dello studio, condotto su un periodo di 18 mesi in 28 città e paesi degli Stati Uniti, era stimare quanto la pirateria costasse alla suddetta industria. La ricerca è stata condotta attraverso interviste telefoniche, focus groups e una sorta di “sorveglianza” internet relativa ai download di contenuti digitali.
Questo studio ha rilevato, secondo la stessa MPAA, scenari ben più gravi e problematici di quello che si aspettavano. In effetti i numeri sono da capogiro: oltre agli Stati Uniti, che figurano al primo posto nella lista con 1.311 miliardi di dollari persi “grazie” alla pirateria, troviamo al secondo posto il Messico con 483 milioni, con 140 milioni di aumento rispetto al 2004.
Più staccati troviamo paesi che in effetti ci aspetteremmo secondo credenza popolare di trovare più avanti. Parliamo di Cina, Russia e altri famosi mercati pirata.
All’interno dei 1.311 miliardi rimessi dall’industria statunitense, troviamo 447 milioni dovuti al download di film tramite circuiti P2P, 335 milioni come bootleg e 529 milioni dovuti a casi di “pirateria domestica”, anche se è illegittimo chiamarla così visto che si riferisce a questa voce SOLO come copie LEGITTIME e per uso personale di DVD/VHS già in possesso dall’utente.