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RIAA: in corso le negoziazioni per i diritti digitali con le pay radio

In questo ultimo anno abbiamo assistito ad un vero boom della pay radio digitale e via satellite, e di pari passo i contenuti musicali si sono accresciuti, fino ad offrire un vastissimo repertorio.

Di conseguenza, le grandi major musicali hanno cominciato ad interessarsi sempre maggiormente sulle possibilità che questo servizio offre agli utenti. E’ palese cioè che si sta annunciando: all’utenza è concesso, tramite queste nuove fonti, di registrare la musica preferita, rinunciando così all’acquisto dei classici CD.

Già l’anno scorso la RIAA (Recording Industry Association of America) aveva proposto una sorta di trasmissione basata sul sistema del flag type, e in questo momento si è in fase di negoziazione con compagnie che gestiscono pay radio satellitari, come XM, per verificare di persona ciò che gli utenti sono in grado di fare.

Oltre a questo, l’industria musicale pensa naturalmente anche al lato economico, e come questa perdita potrebbe essere compensata. Fin dal 1998, il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto ad autori e produttori la possibilità di essere pagati con delle royalties per i diritti d’autore per le canzoni trasmesse in radio,ma non si è mai continuati su questa strada. Peggio ancora, la registrazione domestica è stata sempre dichiarata illegale, con uno slogan abbastanza eloquente: “Home Taping is Killing Music”.

Per evitare pasticci legali, XM Satellite Radio ha deciso di non utilizzare più apparecchi riceventi che si appoggiassero ai PC, cosicchè agli utenti è stata tolta la possibilità di registrare digitalmente i contenuti musicali trasmessi. Quando Sirius (altra pay Radio satellitare) ha lanciato lo scorso anno il suo nuovo sistema denominato S50, che restituiva all’utenza la possibilità di registrare, la RIAA ha subito fatto partire le negoziazioni, e in dicembre le potenzialità del dispositivo che permetteva la registrazione non sono mai più state sfruttate, mentre la programmazione giornaliera delle radio è stata ridotta a 2 ore, il tutto per rendere il più difficile possibile la registrazione dei contenuti audio.

Mitch Bainwol, chief executive officer della RIAA, ha affermato che “si deve trovare un sistema per armonizzare il tutto. Esistono ormai delle nuove tecnologie che operano su piattaforme diverse, che hanno grandi potenzialità ma che agiscono in base a regole diverse fra loro”.


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